Dal tavolo di confronto del 19 settembre, sono emersi sostanzialmente questi punti di discussione, che verranno approfonditi tramite altri incontri organizzati via chat dedicata.
Offrire strumenti e conoscenze per permettere ad ognun* di avere un rapporto consapevole con il proprio sistema corpo-mente; di attuare una vera prevenzione efficace (completamente altro rispetto all’accezione sanitaria di questa parola, basata esclusivamente su screening che hanno la funzione di “stanare” la malattia già in essere); di imparare a prendersi cura di sé in quanto persone sane e a leggere la malattia, quando si presenta, come l’opportunità di correggere ciò che di “sbagliato” c’è nella propria vita.
Mettere a disposizione di ogni persona le competenze presenti all’interno del gruppo, tanto nell’ottica di migliorare il proprio stato di benessere, quanto nell’aiutare e sostenere chi già si trova ad affrontare problemi. Nel gruppo ci sono persone che hanno una formazione nella medicina “ufficiale” e altre che hanno una formazione olistica in ambiti diversi. L’intento è quello di lavorare in sinergia, anche su casi singoli, così da ampliare la capacità di risposta ai diversi bisogni. Tra noi ci sono anche persone interessate ai temi della salute pur non svolgendo una propria attività attinente.
Tra gli argomenti che vogliamo approfondire ci siamo posti il problema dell’accesso ai servizi che il gruppo può offrire, tenendo conto che la maggior parte degli operatori sono professionisti che vivono di questo lavoro, ma che tuttavia si ritiene che dare un prezzo alle prestazioni costituirebbe un ostacolo agli intenti stessi di questo gruppo che vuole mettersi a disposizione dei bisogni della comunità.
Abbiamo discusso la possibilità di dotarci di luoghi fisici da usare tanto per i nostri incontri progettuali quanto per le iniziative e i servizi che saranno implementati, individuandone diversi in punti diversi dell’Appennino.